za PALIO ASTI 2016

STORIA DEL PALIO DI ASTI

Mi hanno fatto ammenda ma io avevo preso solo le vittorie dal Palio antico di Asti e mi dava 1479 vinto dalla città di Alba, sotto la storia del Palio di Asti preso dal Collegio dei Rettori come l’elenco elle vittorie del Palio antico che troverete ancora più in basso in questo post. grazie

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Il Palio, grande drappo di velluto con le insegne di Asti e la raffigurazione del patrono San Secondo, è il “sogno” cui aspirano ben ventuno contendenti. Gli astigiani, quasi a voler raddoppiare la festa, regalano al Santo, ogni anno a maggio, un altro drappo con le medesime insegne. Si tratta di un atto dovuto, per impetrare quella protezione che San Secondo non ha mai mancato di elargire alla sua Città: già nel 1275, infatti, ad Asti, si soleva correre il Palio in occasione della festa del Santo. Ma a vincere sarà uno soltanto: il più bravo, il più fortunato e scaltro, il più irruente. In un attimo si dimenticano il lavoro e le fatiche di un anno intero, ripagate da un “incredibile” drappo cremisino che stringe il Rettore tra le mani: il Palio. I Palii sono composti da due elementi essenziali: il “labaro” dipinto, che porta l’effige del Santo e le insegne della Città di Asti e il “Palio” propriamente detto, costituito da una lunga pezza di velluto cremisino congiunta al “labaro”. Il Palio si misura in “rasi”: sedici per il Palio della corsa, dieci per il Palio offerto alla Collegiata. Il raso, antica misura piemontese, corrisponde a sessanta centimetri.

Il Palio di Asti o Palio Astese (nella sua nomenclatura più arcaica), è una rievocazione storica italiana che ha radici medievali nata nell’ambito delle celebrazioni patronali di San Secondo e culmina con una corsa di cavalli montati a pelo (cioè senza sella).

La festa per il patrono, si svolge ininterrottamente dal XII secolo e le prime notizie della corsa, citate dal cronista Guglielmo Ventura, risalgono al terzo quarto del XIII secolo ed anch’essa si svolge ininterrottamente, salvo due interruzioni nel XIX secolo (di settant’anni) e nel XX secolo (di trent’anni).

Il percorso che un tempo era “alla lunga” attraverso la contrada Maestra (Corso Alfieri) in maggio durante le feste patronali, dal1967 si tiene in un circuito (o “al giro” ) ogni terza domenica di settembre. Dal 1988 la corsa si disputa nella centrale piazza Alfieri di Asti.

Gli astigiani hanno sempre lottato con perseveranza per mantenere il privilegio di far correre il Palio nel giorno della loro festa patronale, dedicata al martire astigiano San Secondo. La corsa è citata infatti in tutti i trattati, in tutte le alleanze e in tutti i capitoli delle convenzioni con i vari reggenti, padroni o dominatori.

La prima notizia certa della corsa risale al 1275: il cronista locale Guglielmo Venturariporta che gli astigiani, «sicut fieri solet Ast, in festo Beati Secundi» (“come risulta essere solito ad Asti, durante la festa del Beato Secondo”), corsero il Palio per dileggio sotto le mura della nemica città di Alba, devastando le vigne circostanti.

Quindi se già nel 1275 la “Corsa del Palio” era definita una consuetudine, è probabile che la sua origine debba collocarsi dopo l’anno 1000, con regole codificate già dal XIII secolo (periodo coincidente anche con il periodo di massimo splendore del Comune di Asti).
In questo periodo e fino alla prima metà del XIV secolo, la corsa si svolse “alla tonda”, in un percorso circolare demaniale pressappoco corrispondente all’area delle attuali piazze Alfieri e Libertà chiamata già in epoca longobarda e carolingia ” curriculum “.

Gian Galeazzo Visconti, divenuto signore di Asti nel 1382, per rafforzare militarmente la città, fece costruire una nuova cittadella fortificata proprio in corrispondenza del curriculum .

Questo comportò lo spostamento della corsa non più alla tonda, ma su un percorso lineare (cioè “alla lunga “) di circa due chilometri e mezzo lungo l’arteria principale della città (l’attuale corso Alfieri).

In oltre, il Visconti, stabilì che la corsa continuasse a tenersi « …in festa Sancti Secundi iuxta consuetudinem, omni contradictione remota» (“…il giorno della festa di san Secondo, come da giusta consuetudine e rifiutata ogni obiezione”).

Nei documenti conservati nell’Archivio storico del Comune di Asti, si nota che nelle spese sostenute per la corsa sono sempre indicati due palii, di cui uno offerto alla chiesa di San Secondo ed uno da consegnare al vincitore. Questo particolare mostra anche la caratteristica natura devozionale della corsa.

Lo storico astigiano, Niccola Gabiani nei suoi appunti storici sulla corsa , parla di un antichissimo palio di velluto cremisi arricchito da tre gigli dorati, conservato presso la Collegiata di Asti e suppone che fosse stato donato dai duchi d’Orleans durante la loro signoria nel XV secolo.

Alcuni documenti del fondo della Tesoreria orleanese, informano che il palio per il 1462, venne confezionato presso la bottega dei fratelli Lupi, nel 1476 e 1477 dal genovese Gregorio della Torre, nel 1501 fu Antonio Pugliese e nel 1517 fu Bernardo Capello diSanta Vittoria d’Alba.

Quando Emanuele Filiberto assunse la reggenza della città (20 maggio 1545), confermò e codificò le antiche consuetudini della festa patronale e si impegnò per sé e per i suoi successori a fornire i palii: uno di 12 rasi per la Corsa, l’altro di 9 rasi per l’offerta al Santo Patrono.

Si legge, inoltre, che potevano presentare cavalli alla Corsa del Palio «tanto la città di Asti, che tutte le Chiese della medesima, comprese tanto quelle de’ Regolari quanto delle Confraternite, Collegio, Università, Società e cittadino della medesima, tanto a nome proprio che di dette Chiese e Cappelle, il tutto conforme all’antico stile, consuetudini e privilegi di detta Città».

 Nel XVIII secolo compare il “sendallo”, un labaro di tela rettangolare istoriata , generalmente azzurra, confezionata in un tessuto misto seta/cotone,detta di zendale o “sangallo”. Il sendallo era ornato dagli stemmi di Savoia, del Comune, del Governatore e del Podestà ed era unito nella sua parte terminale il palio vero e proprio, solitamente arrotolato e conservato in una cassettina di legno.

 Più tardi l’immagine di San Secondo a cavallo fece la sua apparizione sul labaro del Palio dedicato alla Chiesa e, sul finire del XIX secolo, anche su quello per la Corsa.

La Corsa in origine si svolgeva il 30 marzo di ogni anno, in occasione della festa di San Secondo. A partire dal XV secolo però venne spostata, al pari della celebrazione del santo, al primo giovedì dopo la domenica in Albis. Nei primi anni del XIX secolo la Corsa si tenne la seconda domenica dopo Pasqua.

Nel 1818, la celebrazione di S. Secondo venne nuovamente spostata al primo martedì di maggio e conseguentemente anche la Corsa venne spostata in tale data.
Nel 1861, venne pubblicato il nuovo «Regolamento per la Corsa dei Cavalli in giro sulla nuova Piazza del Mercato» (l’attuale Piazza Campo del Palio), cambiando radicalmente la tradizione della corsa astigiana che si era svolta fino ad allora sempre «in lungo», cioè lungo un percorso rettilineo, che partiva dalla pietra romana che diede il nome a Viale Pilone, passava per Porta San Pietro e, percorrendo il ponte su Rio Valmanera, proseguiva su Contrada maestra, (attuale Corso Alfieri) fino al Palazzo Gabuti di Bestagno, l’attuale Palazzo Ottolenghi.

Nel 1863, la corsa divenne una comune corsa di cavalli, perdendo il suo tradizionale significato religioso.

La festa viene richiamata in vita nel 1929 dall’allora podestà di Asti, Vincenzo Buronzo. Per quell’anno, il Palio si svolse di nuovo alla lunga, ma su Corso Dante, lungo un percorso in salita di circa 1300 m.

La ripresa della corsa (tenutasi fino al 1935) però suscitò qualche risentimento nella municipalità di Siena, ospite del Palio omonimo.

Nel 1936, per intervento diretto di Benito Mussolini, che riconobbe alla sola Siena il privilegio di chiamare la propria manifestazione col nome di Palio, arrivò l’ordine di modificare la denominazione della festa in «certame cavalleresco», parallelamente alla interdizione per Legnano di denominare come palio la corsa tenuta durante la “Sagra del Carroccio”. La corsa venne così rimandata dapprima all’anno successivo ed in seguito sine die.

Le sette edizioni svoltesi durante il ventennio fascista, tuttavia, permisero di rinnovare il ricordo del Palio, evitando la perdita definitiva della sua tradizione e del suo significato.

Il 3 maggio 1936, durante la guerra d’Etiopia, i militari della 104ª Legione Camicie Nere (in prevalenza composta da astigiani) corsero un Palio speciale a dorso d’asino sulle rive del Lago Ascianghi. La cronaca della corsa venne riportata il 23 maggio 1936 dal quotidiano astigiano “La Provincia“.[5] I partecipanti furono il Borgo di Santa Maria Nuova, il Rione di San Martino, ilBorgo di Ponte Tanaro e il Rione Duomo. A vincere fu il Borgo di Santa Maria Nuova.

Nel 1937 il Palio venne di nuovo indetto con la denominazione di Certame Cavalleresco , dove i Rioni astigiani venivano ridimensionati nella loro autonomia a discapito delle Corporazioni fasciste. Una settimana prima della festa questa venne improvvisamente sospesa, con la scusa del sopraggiungere dei lavori agricoli. E’ probabile invece che il Palio subisse un notevole ridimensionamento in primo luogo a causa della deposizione di Vincenzo Buronzo alla carica di Podestà. Il nuovo gerarca, Domenico Molino poco sensibile alla festa ne aveva decurtato sensibilmente il bilancio, affiancato dalla segreteria locale del Partito Nazionale Fascista che non vedeva benevolmente una manifestazione che non era riuscita a “manipolare”.

Nel 1938 venne indetta una “Corsa delle Contrade” a cui parteciparono solamente sodalizi cittadini astigiani. La manifestazione avvenne in tono minore e passò sotto il disinteresse della stampa locale e nazionale. L’anno dopo gli avvenimenti bellici, interruppero definitivamente lo svolgimento della corsa.

Nel 1967, il Palio rinacque nuovamente in occasione del 1000º Anniversario della Fondazione del Marchesato del Monferrato e dell’800º Anniversario della Lega Lombarda. La corsa fu definitivamente spostata al mese di settembre, in concomitanza con i festeggiamenti del “Douja d’Or” o “Settembre astigiano” ed in seguito del Festival delle sagre astigiane. Il nuovo tracciato era in Piazza Campo del Palio, dove furono innalzate tribune da 5.000 posti a sedere e grandi parterre. La prima edizione del dopoguerra vide partecipare 100.000 spettatori, 600 figuranti e 14 fra Borghi, Rioni e Comuni astigiani.

Dal 1988 il Palio si svolge nella centrale Piazza Vittorio Alfieri, nel cuore della città, in una cornice ancora più suggestiva e coinvolgente.

In epoca medievale, la corsa del Palio non prevedeva che due premi: il Palio, drappo di velluto o stoffa preziosa per il primo arrivato, ed un gallo vivo per il secondo. Nel corso del XVI secolo, i premi subirono una radicale trasformazione, aumentando di numero e cristallizzandosi definitivamente nella loro attuale graduatoria.

 

Il primo premio è il Palio o Sendallo.

 

Il secondo premio, dal 1929, è una “Borsa con monete d’oro”. Nel Palio antico però la Borsaera tutt’altra cosa. Si presentava come un quadrato di velluto di modeste dimensioni, ma dalla ricca decorazione e, mediante un pezzo di passamaneria, veniva appeso allo stendardo del Palio per tutto lo svolgersi della manifestazione. Simbolicamente, rappresentava un beffardo “assaggio” del primo premio che il secondo arrivato non aveva saputo conseguire. A partire dal XVI secolo, la Borsa divenne il secondo premio e, alla ripresa del Palio negli anni trenta, l’interpretazione del premio mutò, trasformando la Borsa in “Borsa di monete d’oro”.

 

Il terzo premio è un paio di “speroni”, fanno la loro comparsa solo agli inizi del XVII secolo come premio per il terzo classificato. Erano di ferro, argentati o più spesso dorati. Gli speroni furono introdotti come terzo premio, come un invito ad utilizzarli in futuro per conseguire risultati migliori. Non va dimenticato che fino ai primi decenni del XIX secolo l’uso degli speroni era ammesso durante la Corsa del Palio, purché di forma e lunghezza compatibili con quanto prescritto dai Regolamenti della Corsa.

 

Il quarto premio è un “gallo vivo”; nei verbali del Quattrocento della corsa si cita il gallo come premio al secondo cavallo più veloce. Agli inizi del Seicento, il premio slittò al quarto posto, ed è rimasto tale anche nell’edizione moderna. Il Gallo, dalle origini ad oggi, è sempre stato assegnato vivo, contenuto e trasportato in una cesta. Era ed è un premio dalle forti valenze simboliche: rappresenta infatti la libertà comunale, la vittoria del bene sul male, l’ardimento e la riscossa dell’anima sul peccato.

Il quinto premio è una “coccarda” con i colori della città: bianco e rosso. Si tratta di una tradizione ormai istituzionalizzata, ma molto recente, affermatasi con l’esigenza di aumentare il numero dei premi a seguito dell’ampliarsi del numero dei cavalli schierati al canapo per disputare la Corsa finale.

 

 

All’ultimo arrivato spetta “l’inchioda” o acciuga salata. È uno dei premi più caratteristici e sentiti del Palio di Asti. Deriva dal dialetto astigiano trecentescoanzoa, ed in seguito anchoa. Destinata all’ultimo classificato, è data in premio in segno di scherno e di disonore per lo sconfitto. L’inchioda si accompagnava, e si accompagna, come premio all’insalata.

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Elenco delle vittorie documentate del Palio Antico.

1479 città di Alba 

1507 Francesco Gonzaga marchese di Mantova 
1509 Francesco Gonzaga marchese di Mantova 
1511 Francesco Gonzaga marchese di Mantova 

1655 Confraternita dell’Annunziata di Asti- fantino Giuseppe Pagliano, di Asti 
1656 Confr. S.Giovanni Decollato di Asti- 
1657 Conf. Annunziata di Asti- fantino Giuseppe Pagliano, di Asti 

1661 Conf. Annunziata di Asti- fantino Francesco Campia, di Asti 
1665 Conf. della Trinità – Asti- fantino G.B. Piola, di Vercelli 
1666 Conf. Annunziata di Asti- 
1667 Conf. della Trinità – Asti- fantino Gio. Francesco Camerano, di Asti 
1668 S.A. Il Principe di Piemonte- fantino Gio.Francesco Camerano 
1669 Conf. Annunziata di Asti- fantino Secondo Pavia, di Asti 
1670 Conf. San Michele di Asti- fantino Giacomo Durante detto “Genovese”, di Toirano 
1671 Conf. Annunziata di Asti- fantino Bernardino Molino di S.Damiano 
1672 Conf. Annunziata di Asti- fantino Giorgio Dalpero, di Torino 
1673 Conf. Annunziata di Asti- fantino Giorgio Dalpero, di Torino 
1674 Diego Palma speziale- fantino Luigi Dalpero, di Torino 
1676 Conte Curbis di San Michele- fantino Giorgio Dalpero di Torino 

Dall’anno 1688 vengono riammessi i concorrenti forestieri, sia in forma singola che associata, purchè provenienti dagli Stati del Ducato di Savoia, più tardi Regno di Sardegna. 

1690 Conf. Annunziata di Asti- fantino Francesco Cane detto “Morra”, di Torino 
1692 Conf. San Rocco – Asti- fantino Giuseppe Cirio di Asti detto “Pissaficcio” 
1695 Conf. San Rocco – Asti 
1696 Conf. San Rocco – Asti 

1704 Corsa sospesa a causa dell’occupazione francese 
1705 Corsa sospesa a causa dell’occupazione francese 
1706 Corsa sospesa a causa dell’occupazione francese

1713 Conf. San Rocco – Asti 
1714 Conf. San Rocco – Asti 

1719 Conf. Annunziata di Asti- fantino Antonio Torello di Ovada 
1720 Conf. della Trinità – Asti- fantino Antonio Torello di Ovada 
1721 Conf. Viatosto – Asti- fantino Carlo Ferrero di Chieri 
1722 Massa (corporazione) dei Panettieri di Asti nella chiesa delle Grazie (piazza Astesano)- fantino Antonio Torello di Ovada 
1723 Conf. Annunziata di Asti- fantino Emanuele Bernardi di Asti 
1724 Conf. Annunziata – Asti – fantino Emanuele Bernardi di Asti 
1725 Confraternita di San Rocco, Asti – fantino Secondo Ludovico Bodin, di Asti 
1726 Confr. della Misericordia- fantino Giulio Musso , di Asti 
1727 Confr. di San Rocco, in Asti- fantino Antonio Roggero, di Asti 
1728 Confr. della SS. Trinità, in Asti- fantino Antonio Roggero, di Asti 
1729 Conte Gerolamo Pelletta di Cossombrato- fantino Francesco Manettino, di Asti 
1730 Compagnia di Sant’Antonio di Monza- fantino Francesco Manettino 
1731 Confr. San Michele, in Asti- fantino Giovanni Torello 
1732 Confr. San Michele, in Asti- fantino Giovanni Torello 
1733 Confr. San Michele, in Asti- fantino Giovanni Antonio Ranco detto “Tognino” 
1734 Confraternita di San Michele, Asti- fantino Giovanni Antonio Ranco detto Tognino 
1735 Madonna di Borgomale. Asti- fantino Lorenzo Matteo Marro detto Forzino 
1736 Confr. di Viatosto, in Asti- fantino Matteo Lorenzo Marro detto Forzino 
1737 Confr. di San Rocco, in Asti- fantino Matteo Lorenzo Marro detto Forzino 
1738 Confr. della SS. Trinità, in Asti- fantino Matteo Lorenzo Marro detto Forzino 
1739 Confr. di San Rocco, in Asti- fantino Bartolomeo Vassallo 
1740 Giacomo Olivero, a nome dell’immagine della Madonna del Carmine, contrada Maestra – fantino Matteo Lorenzo Marro detto Forzino 
1741 Confr. San Rocco, in Asti- fantino Matteo Lorenzo Marro detto Forzino 
1742 Confr. San Michele, in Asti- G.Antonio Ranco detto Tognino 
1743 Confr. di Viatosto, in Asti- fantino Tognino 
1744 Confr. SS. Annunziata, in Asti- fantino Tognino 
1745 Compagnia di Sant’Antonio, di Camerano – fantino Giacomo Bodone di Villafalletto 
1746 Confr. Misericordia, in Asti- fantino Tognino 
1747 Confr. di San Rocco, in Asti- fantino Forzino 
1748 Confr. San Michele, in Asti – fantino Forzino 
1749 Confr. di San Giuseppe, di San Damiano – fantino Tognino 
1750 Confr. SS. Trinità, in Asti- fantino Tognino 
1751 Madonna del Coro, della SS. Annunziata, in Asti- fantino Secondo Marro 
1752 Confr. SS. Annunziata, Asti- fantino Tognino 
1753 Tommaso Incisa, a nome dell’Immagine della Madonna del Carmine, contrada Maestra fantino Tognino 
1754 Confr. SS. Annunziata, Asti- fantino Tognino 
1755 Confr. SS. Annunziata, Asti- fantino Tognino 
1756 Confr. San Michele, Asti- fantino Tognino 
1757 Confr. SS. Annunziata, Asti- fantino Tognino 
1758 Confr. SS. Annunziata, Asti – fantino Tognino 
1759 Confr. di San Rocco, Asti- fantino Tognino 
1760 Confr. di San Rocco, in Asti- fantino Tognino 
1761 Confr. SS. Annunziata, Asti – fantino Tognino (dal 1655 al 1761, questa Confraternita vinse 39 Palii). 
1762 Conte Gerolamo Pelletta di Cortanze- fantino Tognino 
1763 Madonna della Salve, nella Cattedrale di Alessandria- fantino Giuseppe Bottasso detto “Terranera” di Alessandria 
1764 Madonna di Borgomale, Asti- fantino Tognino 
1765 Compagnia di San Secondo, Asti- fantino Tognino 
1766 Notaio G. Pagliano- Madonna di Loreto in borgo San Paolo- Asti- fantino Tognino 
1767 Compagnia di S. Bernardino, di Ceresole- fantino Vittorio Adorno detto Stronzone, di Asti 
1768 Compagnia di S. Bernardino, di Ceresole- fantino Vittorio Adorno detto Stronzone, di Asti 
1769 Compagnia di S. Bernardino, di Ceresole – fantino Vittorio Adorno detto Stronzone 
1770 Madonna delle Grazie, di Chieri- fantino Giovanni Bodone detto Balino, di Asti 
1771 Compagnia della SS. Trinità, di Chieri- fantino Giovanni Bodone detto Balino, di Asti 
1772 Compagnia della SS. Trinità, di Chieri- fantino Giovanni Bodone detto Balino, di Asti 
1773 Compagnia di San Rocco, di Cavallermaggiore- Andrea Bodero detto Scianchino, di Salmour 
1774 Compagnia di San Rocco, di Cavallermaggiore- Andrea Bodero detto Scianchino, di Salmour 
1775 Madonna di Barbantana, Asti- fantino Giovanni Bodone detto Balino 
1776 Le Signore della Confr. della Misericordia, in Asti, dette “Le Umiliate”- fantino Tognino 
1777 Confr. di Viatosto, Asti- fantino Tognino 
1778 Confr. di San Rocco, di Torino- fantino Giuseppe Rivarolo detto Tartaglia, di Torino 
1779 Confr. di San Michele, Asti- fantino Giuseppe Rivarolo detto Tartaglia, di Torino 
1780 Confr. di San Rocco, in Asti- fantino Giovanni Bodone detto Balino 
1781 Confr. SS. Annunziata, in Asti- fantino Balino 
1782 Vincenzo Pavia, astigiano, oste dell’ “Angelo”- fantino Balino 
1783 Ludovico Ferrero, per la Madonna del Rosario di Valcossera- fantino Balino 
1784 Compagnia di San Pietro, di Felizzano- fantino Balino 
1785 Confr. della Misericordia di Costigliole d’Asti- fantino Balino 
1786 Signor. Beck, di Ginevra, residente a Torino- fantino Giuseppe Barbano detto Biondino, di Torino 
1787 Giuseppe Bertone di Torino per la Madonna della Consolata di Torino- fantino “picio rosso”, di Torino 
1788 Giovanni Bodone, a nome della Madonna del Rosario di Valcossera- fantino Giacinto Degregori detto Priochino, di Asti 
1789 Domenico Zoya, per la Madonna del Buon Consiglio- fantino G. Degregori detto Priochino 
1790 Confr. Misericordia, Asti – fantino Paolo Bodone detto Balinetto, di Asti 
1791 Compagnia di San Secondo, in Asti – fantino G. Degregori detto Priochino 
1792 Marchese di Frinco, per San Firmino- fantino Paolo Bodone detto Balinetto 
1793 Compagnia della Concezione, di Baldichieri- fantino Michele Rebois di Asti 
1794 Signor fidellaro ( pastaio) Chiesa, sotto gli auspici di Sant’Antonio- fantino Carlo Antonio Manzone detto Vandomo 
1795 Madonna della Consolata, di Torino- fantino Giacinto DeGregori detto Priochino 
1796 Milizie torinesi, sotto gli auspici del SS. Sacramento- fantino Michele Degiovanni detto Pantalino, di Torino 
1797 Madonna della Salve, nella Cattedrale di Alessandria- fantino Francesco Cortese detto Cristofino, di Asti 
1798 Confr. San Michele, in Asti – fantino Giorgino 
1799 Corsa sospesa “a motivo dei continui passaggi di truppe” 
1800 Corsa sospesa “a motivo dei continui passaggi di truppe” 
1801 Corticelle, (oggi Cortiglione d’ Asti) sotto gli auspici di San Rocco- fantino Antonio Bosio 
1802 Luigi Sannazzaro, capo di Squadrone del 26° Regg.to Cacciatori a cavallo- fantino Antonio Manzone detto Vandomo 
1803 Antonio Rosso, di Racconigi- fantino Gioacchino Ratti 
1804 Dott. Morata, a nome della Società Patriottica di Asti istituita nell’ex chiesa dell’Annunziata Grande, Asti- fantino Giacomo Bona, di Asti 
1805 Giuseppe Solaro, sotto gli auspici di Santa Barbara in borgo San Paolo- fantino Carlo Manzone 
1806 Giovanni Bosio, a nome della Società di Bacco, di Asti- paggio Filippo Manera, di Asti 
1807 Compagnia di San Secondo, di Asti- fantino Felice Manè, di Asti 
1808 Madonna dei Sette Dolori nella chiesa di San Silvestro, di Asti- fantino Felice Manè 
1809 Luigi Bertrandi, di Torino- fantino “Marene” 
1810 Michele Ranco, per la Madonna del Molisso, ad Agliano- fantino Felice Manè di Asti 
1811 Michele Ranco, per la Madonna del Molisso, ad Agliano- fantino Bartolomeo Nattino di Asti 
1812 Conti Carlo Gabuti di Bestagno ed Emanuele Cotti di Ceres- fantino Bartolomeo Nattino 
1813 Conti Carlo Gabuti di Bestagno ed Emanuele Cotti di Ceres- fantino Bartolomeo Nattino 
1814 Corsa sospesa “a motivo dei continui passaggi di truppe” 
1815 Giovanni Festa, per la Compagnia di San Secondo- fantino Bartolomeo Nattino 
1816 Corpo Astigiano delle Guardie d’Onore di S.M.- fantino Giuseppe Montrucchio di Celle 
1817 Felice Balbo, di Venaria, per S. Eusebio- fantino Antonio Olmo 
1818 Felice Balbo, di Venaria, per S. Eusebio- fantino Domenico Moscati 
1819 Giuseppe Ranco, per la Beata Vergine delle candele in S. Maria Nuova, di Asti- fantino Carlo Manzone detto Vandomo 
1820 Felice Balbo di Venaria, sotto gli auspici di S. Eusebio- fantino Domenico Moscati 
1821 Corsa sospesa a motivo dei moti insurrezionali 
1822 Giuseppe Maria Ranco detto Pantalino per San Rocco di Asti- fantino Giuseppe Ferrero 
1823 Compagnia di San Secondo, in Asti – fantino Vittorio Montrucchio di Celle 
1824 Felice Balbo detto Sicoria ,di Venaria 
1825 Pietro Rivetta di Moncalvo- 
1826 Giovanni Montrucchio di Celle- fantino lo stesso Giovanni Montrucchio 
1827 Giuseppe Ghissardi, di Casale, sotto gli auspici di San Evasio- fantino Secondo Saracco detto Panighino, di Asti 
1828 Antonio Schiavone, di Padova- fantino lo stesso Antonio Schiavone 
1829 Guido Ricchi, di Acqui, sotto gli auspici di s. Sebastiano 
1830 Compagnia di San Secondo, in Asti – fantino Pietro Brunello 
1831 Conte Castellani 
1832 Guido Ricci, di Acqui, sotto gli auspici di s. Sebastiano- fantino Domenico Barberis detto Cravotto, di Asti 
1833 Conte Castellani di Alessandria 
1834 Filippo Dabbene, di Dogliani- fantino Domenico Barberis detto Cravotto 
1835 Francesco Mazzola, di Grana, sotto gli auspici di N.S. Assunta- fantino Domenico Barberis detto Cravotto 
1836 Francesco Mazzola, di Grana, sotto gli auspici di N.S. Assunta – fantino Giovanni Pistone 
1837 Francesco Mazzola, di Grana, sotto gli auspici di N.S. Assunta- fantino Tommaso Taricco 
1838 Giuseppe Busso, di Asti, sotto gli auspici di San Secondo- fantino Tommaso taricco 
1839 Michelangelo Festa, sotto gli auspici della SS. Annunziata – fantino Secondo Camerano- 
1840 Signor Bingham, segretario di Legazione di S.M. Britannica- fantino Domenico Barberis detto Cravotto 
1841 Michelangelo Festa, sotto gli auspici di San Secondo – fantino Secondo Canerano 
1842 Pasquale Bacigalupo, di Milano, sotto gli auspici di San Giuseppe – fantino Giovanni Castelli 
1843 Odoardo Demichelis, sotto gli auspici di San Carlo – fantino Domenico Barberis detto Cravotto 
1844 Odoardo Demichelis, sotto gli auspici di San Carlo – fantino Domenico Barberis detto Cravotto 

Da quest’anno cessano del tutto le partecipazioni in forma collettiva, sia tramite sodalizi direttamente coinvolti, sia tramite la formula dell’Auspicio. 

1845 Pasquale Bacigalupo, di Milano – fantino Pietro Bassano 
1846 Pasquale Bacigalupo, di Milano- fantino Secondo Camerano 
1847 Pasquale Bacigalupo, di Milano – fantino Francesco Maccagno 
1848 Corsa sospesa, per lo stato di guerra 
1849 Corsa sospesa, per lo stato di guerra 
1850 Signor Giuseppe Revel, di Torino – fantino Domenico Barberis detto Cravotto 
1851 Tommaso Taricco, di Cuneo – fantino Pagliazzo Andrea 
1851- Palio straordinario il 21 Maggio Rossi Domenico- fantino Lanteri Giuseppe 
1852 Carlo Pattarino, di Torino – fantino Francesco Marengo 
1853 Carlo Pattarino, di Torino – fantino Francesco Marengo 
1854 Giuseppe Corrado, di Asti – fantino Marengo Pietro 
1855 Fratelli Ferrero, di Torino – fantino Giovanni Mos 
1856 Giovanni Ferrero, di Torino – fantino Domenico Barberis detto Cravotto 
1857 Pasquale Bacigalupo, di Milano – fantino Giovanni Marengo 
1858 Lorenzo Mercati, di Padova- fantino Gardenghi Giovanni, di Bologna 
1859 Corsa sospesa, per lo stato di guerra con l’Austria 
1860 Pasquale Bacigalupo, di Milano – fantino Gaetano Aghemo 
1861 Giovanni Ferrero, di Torino – fantino Federico Viano 
1862 Pasquale Bacigalupo, di Milano – fantino Federico Viano

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Grazie

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Pier Camillo Pinelli

Ex Fantino, ora Editore e Direttore responsabile di questo Giornale online e la penso così: "per farsi dei nemici non è necessario dichiarare Guerra, basta dire quel che si pensa" (Martin Luther King)
per mail: piercamillopinelli@gmail.com

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