PALIO FELTRE 2022

PALIO DI FELTRE: La corsa, i sigilli mancati. E quello riuscito di Duomo. (parte 2) di Miriana Sala

10 Agosto 2022

Che fosse un Palio d’interesse lo si sapeva, dal momento stesso in cui, dopo le visite del venerdì mattina, abbiamo avuto certe conferme e talune sorprese sulle scelte prese riguardo i soggetti che avrebbero da lì a poco visto contendersi il Palio.

Abbiamo parlato di ciliegine sulle torte di molti,

quella matura e sostenuta dal Quartiere Castello, che con Red Riu e Topalli sperava di ripetersi, ma aggiudicandosi il Palio in maniera netta, come l’anno scorso non è successo, con quell’amarezza che ancora ben ricordo, per una lotta al Palio dei cavalli sostenuta da Adrian in maniera magistrale ma che non bastò , (seppur sia strano da accettare talvolta da fantini abituati a fare i conti con la propria talentuosa capacità e determinazione nel conseguire i risultati), e la dirigenza che ha messo in moto certe riserve speranzose con l’obiettivo di creare il binomio perfetto (di fantini) per fame e compatibilità, ma che non vedendosi attraccare al porto, ha dovuto reinventarsi trovando Chessa (e con lui un ingaggio che si è scoperto alla vigilia del Palio, che insieme a Red ingrassava di curiosità occhi e testa – parlo di Bryan de Marchesana di Zedde)  e una squadra di atleti impegnati nelle altre tre competizioni nei quali il Presidente Larese ha creduto e sostenuto, conscio di quanto e di cosa si provi, quando una gioia è dettata da un calcolo matematico non riuscito–tra le altre cose- .

Quella di Pes, che in coppia con Murtas su Borghesia di Narduzzi, arriva a Feltre, con la vittoria anche fresca nella memoria del Palio di Fucecchio dove con Zia Zelinda il traguardo lo ha tagliato a nerbo alzato, che la pista conosce bene, così come le dinamiche feltrine, tanto da partecipare empaticamente a tutto ciò che segue dalla Piazza al momento della staffetta e del tiro con l’arco. A tal punto che lo vedo farsi carico delle imprese riuscite dei ragazzi di Santo Stefano, che fanno arrivare l’accoppiata in vantaggio e nettissimo alle competizioni di Domenica. E credo che Dino, possa averci creduto, e al di là del punteggio accumulato, a fronte del fatto che in questa pista, pur avendo corso a singhiozzo e da tempo, per tutti e quattro i quartieri, senza mai sigillare una vittoria. Arrivare con una cavalla che lo innalza a binomio da battere e in un vantaggio così netto che pare singolare il risvolto che la gare ha poi in definita preso, cosa mai può essere successo?

Forse, la ciliegina di Duomo aveva un’urgenza che la mano frettolosa e audace di chi l’ha posata ha inteso bene. Duomo è andato in vittoria del Palio di Feltre 2021, senza vincere la Corsa dei Cavalli, ma facendosi rappresentare da Tittia e Brigante. La vittoria fu del Quartiere, e senza dubbio della dirigenza che sposò per un’annata tutt’altro che facile, due personalità che fecero volgere più sguardi a Nord.

Certo è che vincere il fatidico Palio, senza vincere la Corsa dei Cavalli, un po’ fa dispiacere. Chiaramente, per le chiacchere che seguono, per quel nerbo non alzato. Perché al di fuori dei confini di Feltre si parla della Corsa, fondamentalmente, nonostante assicuro, che nella voragine della città bellunese, una volta dentro, le emozioni sono tanto uguali e tanto forti anche nel mentre si posi l’attenzione su un arciere o su di un tiratore. E allora ecco il sodalizio di Duomo con Siri e Putzu, l’uno forte per certezza di esperienza e di mestiere, l’altro perché sorprendentemente lungimirante e quasi una predizione dei futuri ed imminenti successi, e ancora di piu’ quel sodalizio di vecchia data che è garanzia di qualità, i cui motori vengono osannati ogni qual volta –vale a dire quasi sempre-un esperto ci abbia a che fare, per serietà, affidabilità e possibilità di riuscita, vale a dire soggetti dalla scuderia di Massimiliano Narduzzi.

Tra i fantini c’era la giusta consapevolezza che ognuno stesse puntando a fare il proprio. E difficile, e lo abbiamo percepito ascoltando e leggendo le impressioni dei protagonisti a seguito della Prova Ufficiale e a poche ore dal Palio, è stato dare un pronostico secco riguardo gli arrivi.

I filmati che abbiamo visto, e rivisto poi, hanno senza dubbio evidenziato nelle diverse inquadrature possibili, la perfezione nella partenza alla mossa di Putzu, riuscita come quella vista nella giornata di Prova, e che lo spingono in avanti, e schiacciando all’esterno gli altri, forte della maneggevolezza acquisita in due giorni del suo soggetto ( che ben conosce il suo “maestro”Giovanni Atzeni) e aiutato dalla sua bella corposità. La tenace bravura nel tenere testa a Red Riu, che Topalli aveva come sempre ragione a dare per competitivo e incurante dei suoi dodici anni di vita, che tenta un sorpasso dall’esterno non appena c’è l’intelligente intuizione dei papabili metri buoni ad un inserimento. E che sicuramente, seppur non siano bastati a lui per avanzare quel che serviva, sono sicuramente arrivati (se mai ce ne fosse ancora bisogno) a noi che per l’ennesima volta abbiamo conferma del livello di assoluta ed anarchica ambizione a primeggiare che scorre nel sangue di Adrian, del suo gestire e combattere un Palio.

Dunque, in tutto ciò, è Antonio Siri, che porta in vittoria Duomo, in perfetto feeling con il compagno di giubba e per il quale ne lodo la voglia di esaltarne le qualità, e con Bosea, la femmina di Massimiliano, decantata e perfetta, da Antonio definita “ senza difetti” , capace di imporsi al primo spunto utile che in galoppo la porta veloce ad inserirsi nel varco che le viene offerto da Putzu su Vanadio che porta esterno Red Riu facilitando così Siri nel suo conseguente vantaggio.

Una Corsa ai Cavalli in cui tutto è definito e scritto nei metri che mangiano questi tre primi protagonisti assoluti, in cui brilla una stella sempre lucente che non smette di regalare sussulti e la cui sportiva ed innata vena competitiva fa gioia a chiunque guardi, non solo a Castello, e per questa accoppiata di “ritorni” in quel di Feltre e il cui affiatamento ha caricato e colorato una Corsa che solo professionisti capaci dell’umile ma intelligente gioco delle parti possono voler e saper gestire.

Un gioco delle parti che si è fuso a gesta concluse nella gioia di uno solo,

Duomo.

Sala Miriana

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