Si fregia dei colori dell’antica nobiltà dei Bellati: Campo blu alla fascia oro accompagnata in capo da una stella d’oro a otto punte, in punta da tre sbarre pure d’oro. Con riferimento alla Piazza Maggiore, il Quartiere abbraccia la parte della Città orientata alle mura di Porta Pusterla ed al Borgo attorno alla Cattedrale della Città e della Diocesi Belluno-Feltre. Si estende a Sud con le frazioni di Villaga, Tomo, e Mugnai. Vanta le insegne nobiliari delle potenti famiglie degli antichi contadi : i Tomitano, Marcanovo, dà Mugnaio.

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Quartiere Santo Stefano Fantini: Andra Chessa e Gianluca Mureddu. Cavalli devono ancora decidere probabilmente Tempesta da Clodia e Quattro Mori ma non è ancora sicuro

I colori e l’emblema che contraddistinguono il Quartiere sono della nobile famiglia Dé Gazzi: Leone oro rampante a sinistra in campo azzurro.

Il Quartiere, si estende dalla Piazza Maggiore della cittadella alla Chiesa di Loreto con l’antico Castello di Alboino e tutto il versante Nord-Orientale del Colle delle Capre. Nel Quartiere risiedevano le antiche famiglie nobili: Muffoni, Lusa, dé Mezzan, Gazzi, Tauro. Attualmente comprende la zona da Via Belluno, Via Anconetta e via Fusinato, oltre alle frazioni di Arson, Cart, Lasen, Vellai, Villabruna e Zermen, Vignui.

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L’aquila Boema, domina le sue insegne: Aquila bicipite nera in campo oro. Il suo nome deriva dall’omonima porta orientale cittadina che nell’antico chiudeva la cinta murata della Città. La parte cittadina comprende via Luzzo ed il sottostante Borgo Ruga, si estende a via Nassa, Tortesen e san Paolo sino al Largo Castaldi che con via Garibaldi conduce alla Stazione Ferroviaria e l’Altanon. 

Abbraccia il monte Telva ed il monte Miesna sulla cui rupe si erge il Santuario –Basilica Minore dei SS. Vittore e Corona protettori della Città. Congloba nel suo territorio le frazioni di Anzù, Cellarda, Villapiera, Nemeggio, Pont, Canal, Croci e Sanzan. Onora i blasoni delle famiglie nobili dei Bovio, Celarda, Dei, Teuponi, dé Mezzan, Zasio e Rainoni.

Durante il mese di Maggio, si ha l’apertura ufficiale dell’anno paliesco con il Palio che rende omaggio solennemente alla festa dei Patroni della Città, San Vittore e Santa Corona, partecipando in costume storico alla funzione religiosa al Santuario Basilica-Minore.

Il corteo del Palio con figuranti tamburi e sbandieratori si snoda lungo la ripida salita al Santuario accompagnato dal suono dei tamburi e chiarine e i colori delle bandiere dei quattro Quartieri.

La Basilica si riempie d’antico con un’atmosfera particolare, e la santa Messa è allietata dai canti della corale in costume d’epoca accompagnati da strumenti medioevali.

Prima della fine dell’omelia avviene il consueto “lancio della bandiera” all’interno del Santuario: un gesto di un valore particolarmente simbolico e caratteristico, che vede nella bandiera il simbolo e l’emblema da sempre dell’identità di popolazioni e nazioni, della loro storia e del loro credo, della cultura e delle manifestazioni in cui tutti a vario modo ci sentiamo rappresentati.

La Santa Messa è allietata anche quest’anno dai canti del Coro Femminile VOCINCANTO, nato a Feltre nel 2004 e diretto dal Maestro Francesco Lorenzo Luciano. Il suo repertorio, assai vasto e vario, spazia dalla musica sacra, antica e moderna, a quella profana, ispirata alla tradizione popolare o alla musica leggera. Nato come coro amatoriale, il gruppo ha nel tempo affinato le proprie capacità, partecipando a numerose rassegne provinciali e regionali ed esibendosi in varie località italiane. L’amore per il canto e l’entusiasmo nel trasmettere emozioni, inducono il coro ad impegnarsi anche in ambito sociale, animando funzioni religiose, occasioni conviviali e di incontro.    

Chiude la mattinata al Santuario uno spettacolo di saluto nel Chiostro dei tamburi e sbandieratori della Città di Feltre, e dei quattro Quartieri del Palio.

I primi Palii dal 1980 al 1985 si svolgevano senza la gara dei cavalli, perché non vi era ancora una un sito adatto per la gara equestre: nel 1985 vene attrezzata l’area verde in Prà del Moro e dall’anno successivo 1986 si corre la gara con i cavalli.

Dal 1986 si decise di affiancare al “Palio storico” il “Drappo dipinto” che resta al Quartiere vincente, opera affidata ad artisti contemporanei italiani e stranieri di chiara fama,.

Dal 1998 al vessillo del Quartiere vincente, spetta l’onore di sventolare per tutto l’anno nella cittadella sul pennone della piazza Maggiore del centro storico.