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Ippica Proprietari: Newsletter n.7: la riforma delle scommesse, due riflessioni

27 Marzo 2024

Riceviamo e pubblichiamo:

Cari amici,

questa nostra newsletter oggi esce dai consueti binari tecnici e prende spunto dalla notizia della prossima edizione di Ige – Italian Gaming Expo, che come si può facilmente desumere dal titolo si occuperà (anche) di scommesse ippiche.
Per quanto Unione Proprietari Galoppo, così come le altre Associazioni di categoria, abbia il suo focus rivolto appunto verso aspetti più tecnici e meno verso il gioco, ritengo sia un errore da parte degli organizzatori non invitare alla kermesse dei rappresentanti delle categorie. Questo non perché si voglia essere presenti ovunque come il prezzemolo, ma per la semplice ragione che le scommesse ippiche sono, o meglio dovrebbero essere, la principale fonte di finanziamento della filiera ippica e le stesse categorie hanno tutto l’interesse a che queste prosperino. Ma non solo, per una reale riforma del gioco ippico, bisogna per forza di cose andare a toccare aspetti legati ad esempio alla programmazione e quindi temi che sono di stretta pertinenza delle categorie. Dunque ritengo avrebbe giovato alla migliore riuscita del convegno quantomeno sentire il parere anche delle categorie.

Ma al di là di questa critica alla metodologia di lavoro scelta, oggi vorrei prendere spunto da questo evento e approfondire, sottolineo da un punto di vista ippico, assieme a voi due aspetti che penso siano utili al fine di un dibattito costruttivo e che magari potranno fungere da spunto per i tecnici delle scommesse che interverranno alla suddetta due giorni.

Il primo aspetto è la stretta correlazione tra spettacolo e scommesse ippiche.
Più una corsa è spettacolare e più il volume di scommessa ne beneficerà. Questo legame, del quale credo siamo tutti d’accordo, lo possiamo notare tutti i giorni sulle nostre piste sia al trotto sia al galoppo. Quelle che chiamiamo corse riuscite, sono anche quelle che raccolgono il maggior volume di gioco.
Per chiarezza, la spettacolarità di una corsa non dipende solo dal suo valore qualitativo, ci sono degli handicap molto ben confezionati che sono molto più spettacolari di corse di selezione di alto livello. La bellezza dipende infatti dall’incertezza e dal valore medio similare dei cavalli, per capirci, tra una corsa con 12 cavalli di cui però più della metà con chance residuali e una con magari 8 partenti ma tutti sullo stesso livello, è scontato che lo spettacolo sia dalla parte di quest’ultima.
Visto che è acclarato che un giocatore sia più invogliato a scommettere su corse spettacolari diventa necessario che il nostro sistema si impegni affinché il numero di tali corse aumenti.
Oggi assistiamo talvolta a convegni anonimi dove spesso le corse presentano poca o minima spettacolarità, in definitiva convegni brutti. Questo è uno spreco di risorse che non possiamo permetterci. Dobbiamo, aspetto ricordato qui più volte, allocare meglio le risorse, magari riducendo le giornate di corse dove serve, oppure posizionandole meglio nel calendario, o ancora aumentando il numero delle corse nelle giornate rimanenti. Questo miglioramento non solo aumenterebbe il volume di scommesse annuale, ma migliorerebbe la redditività di ogni corsa e porterebbe evidenti risparmi all’ente, difatti un convegno in meno significa un risparmio nei costi fissi di giornata e di conseguenza si libererebbero risorse per aumentare il montepremi.
In definitiva è vero che la tipologia di offerta di scommesse va modernizzata (nuove scommesse come il quinté plus francese ecc ecc) per stimolare il giocatore, ma con ancora più urgenza vanno rese più “belle” le corse oggetto della scommessa.

Altro aspetto che penso vada approfondito sta nel guadagno derivante dalla giocata, ma attenzione che qui vorrei porre l’attenzione non sul giocatore, ma sul concessionario.
Mi spiego meglio per evitare confusioni. Il payout per il giocatore nella scommessa ippica è indubbiamente più basso rispetto a quello che potrebbe avere lo stesso giocatore su altri tipi di scommesse o giochi, dunque qualsiasi miglioramento in tal senso è benvenuto.
Ma ribaltiamo per un attimo il punto di vista, a vostro parere se un concessionario guadagna di più con un altro gioco rispetto all’ippica, quale sarà portato a promuovere maggiormente?
La risposta è fin banale, sarà portato a mettere il prodotto ippico ai margini
. Qualsiasi commerciante cerca di vendere prima il prodotto dove ha un margine maggiore e farà di tutto per farvi giudicare come indispensabile quel tal prodotto rispetto a quell’altro dove invece guadagna di meno.
Questo mi porta a dire che certamente ha ragione chi dice che il payout a favore dello scommettitore nelle scommesse ippiche non è concorrenziale rispetto agli altri giochi, talvolta è addirittura vessatorio, ma paradossalmente potrebbe essere più utile per il sistema ippico, o almeno altrettanto importante, valutare bene se non sia il caso di rivedere l’aggio a favore dei concessionari per invogliarli a spingere e a promuovere le scommesse ippiche.
Sono conscio che questo sia un argomento spinoso, perché un aumento nella percentuale spettante al concessionario significa una riduzione della percentuale per qualcun altro, lo Stato o l’ippica stessa. Però se questo argomento fosse inquadrato in un discorso generale di riforma ippica che prevedesse un prelievo percentuale sugli altri giochi (che non dimentichiamolo sfruttano la rete creata dall’ippica) da destinarsi a favore del nostro settore, ecco che quanto appena proposto potrebbe diventare più accettabile.

L’argomento è certamente vasto e questi sono solo due spunti, ripeto analizzati da un punto di vista prettamente ippico, ma possono servire per far partire un dibattito anche interno agli operatori su un argomento che è vitale, perché come ha detto il Sottosegretario La Pietra più volte, non è pensabile che lo Stato possa continuare in eterno a sostenere il comparto a fronte di un gettito da scommesse che copre solo in parte il fabbisogno. Il sistema va dunque riformato e se è giusto porre attenzione ai costi, ancora più importante è cercare di aumentarne i ricavi.
Con questa ultima riflessione vi saluto augurandovi una felice Pasqua,

Antonio Viani
Presidente U.P.G.

About the author

Pier Camillo Pinelli

Ex Fantino, ora Editore e Direttore responsabile di questo Giornale online e la penso così: "per farsi dei nemici non è necessario dichiarare Guerra, basta dire quel che si pensa" (Martin Luther King)
per mail: piercamillopinelli@gmail.com

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