Vzz-PALIO LEGNANO 2019

PALIO DI LEGNANO, PROVIAMO A LEGGERLO !!! FOTO

06 GIUGNO 2019

C’è che si ha la sensazione di essersi trovati nel mezzo di un Palio che abbia appagato, in modi e per motivi differenti, molti. Seppur il Crocione sia stato vestito di bianco e verde. Sarà che si sono esaudite in parte le speranze di alcuni. Di fare bene, di fare il possibile.

Ma andiamo con ordine, con il merito a un Palio che si sta facendo voce grossa e che richiama a sé un numero crescente di appassionati e curiosi. Con, e sottolineo, strutture di accoglienza che si fanno premura di spingere i turisti a farsi portavoce e testimoni di un evento, di un’evocazione storica, quale è il Palio di Legnano. Di dibattiti tenuti negli studi costruiti ad hoc da Legnano news per fermentare quella fiamma pronta a divampare e alimentata in tutti questi mesi lunghi e veloci al contempo. Siamo arrivati alla settimana del Palio carichi di chiaccherii, di aspettative, di sogni e se vogliamo di scaramanzie.

Le voci hanno fatto molto, hanno cementato e fortificato una contrada messa sul piedistallo da quella vittoria gigante, tanto da esserlo anche troppo, forse, alla vigilia del Palio. E disse bene Capitan Primerano a qualche giorno dalla resa dei conti: “Attenzione”.

Attenzione perché allo stesso tavolo tramavano e tessevano a loro volta quegli “altri”. Che hanno costruito, talvolta affidandosi o disfacendo e ricominciando dalle fondamenta, il proprio Palio.

Chi si aspettava un attacco voluto, forzato, scontato da una rivale che si faceva forza su un nome quale è Mulas, tornato dopo un periodo di assenza dalle piste, e sicuramente capace di essere incisivo, qualora…
Chi cercava da una valutazione tecnica dei cavalli e mentale dei fantini di delinearne una qualche caratteristica efficace e determinante. Si è ipotizzato sulle mosse, sulle batterie, sulle inimicizie, sugli accordi e poi sulla fortuna. Perché questo Palio è.

Il gigante da abbattere. Si potrebbe sintetizzare così. E non credo di errare, dal momento in cui non c’è stata personalità che non ne abbia fatto appello di risposta alla domanda riguardo le difficoltà, gli ostacoli da superare nell’intento di aggiudicarsi vittoria.

diciassettesima

Batterie che hanno intavolato una finale che ha visto l’impegno assoluto di tre nel tentativo di lasciare dietro il purosangue della contrada di via Ciro Menotti. Un Carlo Sanna che senza rivale, viene già da subito osannato ed incitato dai rosso bianco rossi per il bersaglio centrato: la finale. Forte dell’appoggio e dell’esultanza dei suoi può impegnarsi in quello che parrà un lavoro di squadra. Il cavallo esordiente al Palio presentato da San Magno ha già dato prova e portato il risultato così sperato e sudato. Con lui Giovanni Atzeni, con un cavallo già vincente, Bam Bam, che ha lasciato il segno al Campo Mari, ma di cui ora tornerà utile l’esperienza, l’affidabilità, la maturità. E poi Antonio Siri, che si affida a quel purosangue che si fece notare nella Provaccia dello scorso anno con Andrea Sanna, e su cui hanno deciso di puntare al fine di portare a casa il risultato. La mossa sarà studiata, e gestita da un Giovanni che prende le redini della situazione, e manovrando dal retro il cavallo da il via a quella finale nella quale il dovere è quello di partire in vantaggio e avere l’accortezza e le traiettorie meticolosamente e magistralmente delineate da chiudere gli spazi e frenare, come lo chiamano, quel treno di Gen… che già aveva dimostrato di essere superlativo anche nei recuperi dopo partenze non del tutto ottime. Giovanni riesce nel compito, è lucido, ed è accanito. Antonio Siri però ha forse ancora più necessità del Tittia di prendere e calcare la strada spianata. Amsicora e San Domenico attendono con trepidazione la vittoria, forse davvero, la covavano così accuratamente, come fosse l’unica cosa possibile e fattibile, da riuscire a concretizzarla al di là di ogni colpo di fortuna, di situazione gestibile e non.

Insomma, di Tittia a Legnano se ne parla come di una garanzia, vuoi per le finali, vuoi per le poche parole e per i troppi fatti, vuoi perché si è visto come in un Palio così difficile sulla carta abbia saputo fare la differenza, ancora.

Carlo Sanna ha avuto finalmente quello che cercava da tempo, forse ancor di più di quanto la contrada potesse pensare o credere, vale a dire questa agognata finale da troppi anni rincorsa. Aveva bisogno di fare fronte alle chiacchiere dell’inverso trascorso. Questo è senza dubbio un piccolo grande passo. Lo doveva in primis a se stesso.

La Flora deve, e lo fa egregiamente, riconoscersi il coraggio dimostrato nell’aver seguito la linea del 2018. Si parlava di scelte che avrebbero dato per ovvia e scontata una vittoria duplicata. E invece si è trovata a fare i conti con la pressione di chi si aspetta tu debba fare perché puoi, con le lingue che dicevano e sussurravano la parola “facile”. Quando la verità, e la sappiamo tutti, il difficile sta nel sapersi e soprattutto potersi ripetere. Nel aver saputo far fruire un lavoro da terra che le ha consentito di avere per il secondo anno consecutivo il cavallo più chiacchierato ad oggi presente. E questo è successo perché il Palio lo fanno i rapporti umani, e non solo i soldi.

Lo stesso vale per chi questo Palio se l’è portato a casa. Per le persone che hanno creduto in un fantino che fremeva, e DOVEVA rialzare quel nerbo su questa pista che lo vide vincitore all’esordio del 2010. E anche qui le lacrime di gioia erano di quelli che in lui hanno creduto e da sempre, che hanno dato e rinnovato quella fiducia che al terzo anno è stata ripagata al massimo delle possibilità ed aspettative. Uno su tutti l’ex capitano dei bianco verdi Davide Fuschetto, che in un abbraccio a corsa finita poteva solo che racchiudere tutte quelle certezze che da sempre serbava nei riguardo dei suoi, e di quel fantino di cui sempre ha portato alto il nome. Capitan Bondioli non poteva regalarsi, e godersi miglior spettacolo di quello accaduto. Era il suo compleanno.

E Odi et Amo, cavallo all’altezza di un sogno.

Due righe le voglio dedicare anche a una San Bernardino che sicuramente trarrà le giuste deduzioni da una batteria che ha messo in chiaro il percorso intrapreso, e ciò che ne conseguirà. Sicuramente, e mi va di sottolinearlo, Capitan Sciocco merita un plauso per aver avuto l’accortezza di saper scegliere un percorso del tutto nuovo, azzardando forse, rischiando anche un po’ se vogliamo. Sapendo ascoltare, e mettendosi a disposizione di chi ha provato, collaborando, a portare a casa quella finale che sono sicura arriverà. Ne è dell’impegno smisurato ed umile condotto dalla reggenza bianco rossa.

E poi a Sant’Ambrogio. Forte di un Capitano già vincente e che di strada in questa contrada ne ha fatta molta, che si è stretto alla gioia dei suoi contradaioli, di una stalla laboriosa e compatta, che si è fatta stretta attorno a Federico Guglielmi che dai giallo verdi è stato ufficializzato a qualche settimana dal Palio. Voglia di rivalsa, di fare quel passo che possa rinvigorire le speranze sul futuro, sentirsi voluto e sostenuto. Dopo, come racconta, un periodo non forse del tutto roseo. Come ne accadono sempre, come accadono a tutti. Ma poi capita che arrivi qualcosa di buono. E allora bravo Federico, bravo per il lavoro conseguito, e per la cavalla che hai portato con te.

E’ finito.

Ma è già ricominciato tutto ancora una volta.

Miriana

 

PALIO VINCE SAN DOMENICO

San Magno (Carlo Sanna su Le Freak)
Legnarello (Giovanni Atzeni su Bam Bam)
La Flora (Gavino Sanna su Escobar)
San Domenico (Antonio Siri su Odi et Amo)


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PRIMA BATTERIA

Legnarello (Giovanni Atzeni su Bam Bam)
Sant’Ambrogio (Giuseppe Zedde su Bigliardino)
San Bernardino (Simone Mereu su Ohana)
San Domenico (Antonio Siri su Odi et Amo)

SESONDA BATTERIA

San Magno (Carlo Sanna su Le Freak)
Sant’Erasmo (Dino Pes su Habanero)
La Flora (Gavino Sanna su Escobar)
San Martino (Silvano Mulas su Cleto)


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MEMORIAL FINALE VINCE SANT’AMBROGIO
La Flora (Simone Fenu su Nando), 2 Sant’Erasmo (Giacomo Lo Manto su Pum Pum Pum Pum), San Magno (Marco Bitti su Adele) e Sant’Ambrogio (Federico Guglielmi su Argentina)

SECONDA BATTERIA
Sant’Ambrogio (Federico Guglielmi su Argentina),
San Magno (Marco Bitti su Adele),
San Bernardino (Donato Calvaccio su Alastor)
Legnarello (Stefano Piras su Fortnite).

PRIMA BATTERIA
La Flora (Simone Fenu su Nando)
San Domenico (Andrea Sanna su Jacopino)
San Martino (Antonio Mula su Athena Blu)
Sant’Erasmo (Giacomo Lo Manto su Pum Pum Pum Pum)

 

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About the author

Pier Camillo Pinelli

Ex Fantino, ora Editore e Direttore responsabile di questo Giornale online e la penso così: "per farsi dei nemici non è necessario dichiarare Guerra, basta dire quel che si pensa" (Martin Luther King)
per mail: piercamillopinelli@gmail.com

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